Se sei interessato ad argomenti come economia e finanza avrai sicuramente sentito parlare di reati finanziari o criminalità economica, anche grazie al fatto che la finanza è sempre stato un settore dove le enormi possibilità di profitto unite a persone senza scrupoli si fondono e spesso ciò che ne risulta è una coltre di polvere che nasconde attività non proprio lecite. La conoscenza degli illeciti penali nel mondo economico è corollario dell’analisi dei relativi fenomeni di criminalità economica, ossia di quell’insieme di reati che violano il codice penale e le norme civili che disciplinano le relazioni economiche e finanziarie fra i soggetti. I reati economici si caratterizzano per l’essere connessi con la tutela dei beni giuridici sottesi alle relazioni commerciali ed economiche, tra cui il diritto di proprietà. Il codice Rocco dedica alla disciplina dei reati economici il Libro II, Titolo VIII, dall’articolo 499 al 518 ed i reati più comuni sono in genere aggiotaggio, cartello, contrabbando, insider trading, falso in bilancio e riciclaggio di denaro. In questo articolo ci concentreremo ad analizzarne due in particolare nel dettaglio, essendo solitamente connessi tra loro: aggiotaggio ed insider trading.
Aggiotaggio: reato di alterazione di prezzi e valori
L’aggiotaggio, derivante dal termine aggio, ovvero cambio di valore, è un reato punito sia dal codice penale che dal codice civile. L’aggiotaggio comune si configura quando un soggetto, per trarne un vantaggio indebito, provoca l’alterazione del prezzo delle merci o valori ammessi nel pubblico mercato, attraverso artifizi o tramite la diffusione di notizie false, tendenziose o esagerate. Dalla forma comune si distinguono le condotte previste dall’art. 2637 c.c., che punisce anche le azioni finalizzate a incidere sull’affidabilità delle banche e l’alterazione dei prezzi degli strumenti finanziari non quotati o per i quali non è stata presentata una richiesta di ammissione alle negoziazioni in un mercato regolamentato. Nella forma comune il reato di aggiotaggio consiste quindi nella condotta finalizzata ad alterare il prezzo di merci o valori, al fine di trarne un indebito vantaggio. Trattasi di un reato di pericolo a commissione anticipata. Ai fini della configurazione del reato pertanto è sufficiente che le notizie o gli artifici siano astrattamente idonei a provocare l’aumento o la diminuzione dei prezzi. Se poi dovesse verificarsi effettivamente la lesione, essa è considerata circostanza aggravante del reato. Il comma 2 dell’art. 501 prevede infatti che: “Se l’aumento o la diminuzione del prezzo delle merci o dei valori si verifica, le pene sono aumentate.”.
Insider trading: influenzare i prezzi grazie ad informazioni riservate
L’insider trading implica la compravendita di azioni di una società per azioni da parte di qualcuno che, per qualsiasi motivo, dispone di informazioni materiali non pubbliche su tali azioni. L’insider trading può essere illegale o legale a seconda di quando l’insider effettua lo scambio. È illegale quando le informazioni materiali non sono ancora pubbliche e questo tipo di insider trading ha conseguenze dure. Le informazioni materiali sono tutte le informazioni che potrebbero avere un impatto sostanziale sulla decisione di un investitore di acquistare o vendere il titolo. Le informazioni non pubbliche sono informazioni che non sono legalmente disponibili al pubblico. La questione della legalità nasce dal tentativo di mantenere un mercato equo. Un individuo che ha accesso a informazioni privilegiate avrebbe un vantaggio sleale sugli altri investitori, che non hanno lo stesso accesso, e potrebbe potenzialmente realizzare profitti maggiori e ingiusti rispetto ai suoi colleghi investitori. L’insider trading illegale include la mancia ad altri quando si dispone di qualsiasi tipo di informazione materiale non pubblica. L’insider trading legale si verifica quando gli amministratori della società acquistano o vendono azioni, ma rivelano le loro transazioni legalmente. Non importa come sono state ricevute le informazioni materiali riservate o se la persona è impiegata dall’azienda. Ad esempio, supponiamo che qualcuno venga a conoscenza di informazioni materiali non pubbliche da un membro della famiglia e le condivida con un amico. Se l’amico utilizza queste informazioni privilegiate per trarre profitto dal mercato azionario, allora tutte e tre le persone coinvolte potrebbero essere perseguite. Se l’illecito ricade nella disciplina penale, sono puniti con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da ventimila euro fino a tre milioni di euro. Il giudice può aumentare la multa fino al triplo o fino al maggiore importo di dieci volte il prodotto o il profitto conseguito dal reato quando, per la gravità del fatto, per le qualità personali del colpevole o per l’entità del prodotto o del profitto conseguito dal reato, essa appare inadeguata anche se applicata nel massimo. Questo se si tratta di un insider primario, ossia il detentore dell’informazione privilegiata, mentre se si tratta invece di insider secondari, ossia di coloro che abbiano ricevuto le informazioni dagli insider primari e che siano in grado di capirne il carattere privilegiato, non siamo più in presenza di un reato.