Italia e crisi 2022

di | Giugno 24, 2022

La pandemia globale ha fatto si che l’economia italiana ne risentisse notevolmente, molto di più di quanto è accaduto per altri paesi europei. Il prodotto interno lordo del 2022 si è ridotto di circa il 9% mentre nei paesi dell’unione europea è calato con una media di circa il 6%. Una differenza sostanziale alla quale cerchiamo delle risposte. Si può anche pensare che il notevole distacco sta nel fatto che l’Italia è stato proprio uno dei primi paesi ad essere stato colpito dall’ondata Covid, dalla vera e propria crisi sanitaria. Già a febbraio 2020 erano stati chiusi i locali, le prime attività e da marzo il nostro paese aveva già disposto un lockdown generale, e se si guarda l’andamento della malattia si può anche verificare che l’Italia è il paese con il maggior numero di vittime rispetto agli altri paesi Ue.

Un paese già fragile economicamente

L’Italia nel momento in cui si è abbattuta la pandemia era un paese già fragile di per se, infatti mostrava una fragilità economica e sociale ma molto grave era ed è tutt’ora quella ambientale. Nel decennio precedente mentre il pil dell’Italia cresceva di solo l’8% in altri paesi europei come Germania e Spagna ci si aggirava intorno ad una crescita tra il 30 e il 43%. La soglia della povertà nel nostro paese è molto alta, e non desta segno di diminuzione, anzi, se monitorata nel corso degli anni sta sempre più aumentando. Donne e ragazzi i maggiori ad essere colpiti, avendo una gran percentuale di essi che non studiano e che si trovano in una situazione di disoccupazione.

La crisi dei cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici per prima stanno colpendo proprio l’Italia, probabilmente per la sua posizione geografica. Ondate di calore e siccità accanto ad altre situazioni di rischi alluvionali stanno vedendo un cambio drastico nel livello dei mari. Molte persone vivono a rischio per la posizione abitativa in prossimità di zone di rischio frane, dove le alluvioni sono sempre più frequenti. L’agricoltura ne sta risentendo e si trova in difficoltà non riuscendo più nelle culture che fino a pochi anni fa era normale portare avanti. L’Italia vuole riuscire a stare al passo con gli altri paesi europei ma questi forti squilibri la portano lontana dal aggiungere tale obiettivo.

Italia e rivoluzione digitale

Le opportunità che si potrebbero cogliere per alzare il livello economico e far riprendere il giusto ritmo a tutto l’insieme di processi è sicuramente legato alla rivoluzione digitale. L’Italia messa a confronto con gli altri stati europei si trova in netto ritardo riguardo la digitalizzazione dovuto sicuramente all’assenza di infrastrutture adeguate ma soprattutto dalla rete di imprese che popolano il nostro paese, piccole e medie che faticano nelle spese quotidiane e non sono in grado di investire in digitalizzazione. C’è da dire anche che la maggior parte delle imprese sono ancora in mano ai nonni, persone in pensione che non abbandonano il posto da lavoro e che di digitale sanno ben poco, probabilmente non provano interesse neanche essendo scettici dal principio. Prima dell’arrivo della pandemia la maggior parte dei lavoratori non si era mai trovata faccia a faccia con le tecnologie, un lavoro semplificato ed agile. Questo nel 2020 è cambiato essendo costretti a lavorare da casa, a stare lontani da tutti a trovare vie alternative ha portato la popolazione ad interessarsi e a voler approcciarsi di più al mondo tecnologico. Si può dire quindi che il processo iniziato ma sempre indietro e in netto ritardo. Sicuramente anche l’investimento pubblico ha una piccola colpa dato che invece di aumentare come dovrebbe è addirittura diminuito lasciando crescere l’investimento privato.

Riforme strutturali lente

La lentezza nella realizzazioni di nuove riforme strutturali fa si che il potenziale di crescita dell’Italia rallenti a dismisura. Negli ultimi anni si sono sicuramente verificati progressi importanti ma non sono sufficienti dato che i ritardi nei processi e nella giustizia sono davvero lunghi. Il processo più breve non dura meno di 500 giorni il che la dice lunga sulla lentezza dei procedimenti. L’Italia in questo modo si condanna da sola allontanandosi sempre di più da prospettive di futuro roseo.

Next Generation Eu

Il NGEU o Next Generation Europa è un programma che porta con se grandi ambizioni creato ed emanato dall’Unione Europea. Questo programma è creato appositamente per investire in riforme che potranno accelerare i processi di transazione ecologica e digitale, migliorare la formazione lavorativa di milioni di lavoratori con corsi gratuiti e studiati appositamente e soprattutto mira a uguagliare i territori senza avere grosse disuguaglianze legate al lavoro, all’economia, al territorio. L’opportunità che questo progetto rappresenta per l’Italia è a dir poco entusiasmante dato che in questo modo potrà modernizzarsi, essere più al passo con i tempi, l’occasione giusta per ricominciare a crescere e sbloccare i processi ormai fermi da tempo. La prima a poterne beneficiare sarà proprio l’Italia attraverso due pacchetti, uno mirato alla ripresa e alla resilienza RRF ed uno legato all’Assistenza per la coesione dei territori d’Europa REACT-EU.

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