Il mondo del lavoro post pandemia Covid sta cambiando in modo inequivocabile, tanto che negli USA hanno definito questo fenomeno la “Great Resignation“.
Questo fenomeno delle grandi dimissioni è iniziato nel periodo dell’emergenza Covid-19 perché molti hanno iniziato a dare maggiore importanza alla qualità del lavoro e della vita privata, mettendo al primo posto i desideri di autorealizzazione e di crescita personale e sociale.
In Italia, tra aprile e giugno 2021, invece, si sono registrati quasi 500mila dimissioni (290mila uomini e 190mila donne), con un aumento del 37% rispetto ai tre mesi prima. Se si confronta invece il medesimo trimestre del 2020, l’incremento è dell’85%.
Molti di essi hanno deciso di cambiare semplicemente azienda, cercando opportunità migliori e ambienti più tranquilli, altri hanno deciso di cambiare totalmente vita e di mettersi in proprio.
Infatti, nel primo semestre dell’anno in corso sono state aperte poco più di 334mila partite Iva. Esattamente il 30% in più rispetto ai primi sei mesi del 2020.
Quando si inizia un’attività di lavoro autonomo o si decide di aprire un’azienda ci sono sempre molti dubbi su quali siano i passi giusti da fare, soprattutto all’inizio quando i liquidi scarseggiano.
Molto spesso si utilizza erroneamente la formula delle prestazioni occasionali, oppure si valuta il contenitore giuridico solo in base al costo iniziare.
Si tratta di due errori molto diffusi ma allo stesso tempo gravi. Infatti, la prestazione occasionale è appunto occasionale e non continuativa e la ragione sociale di una società una volta aperta è difficile da modificare.
Molti studi commercialisti, come lo Studio Rossi, dedicano molta attenzione a questa fase iniziale per la sua importanza strategica futura.
Quando è obbligatorio aprire una partita IVA?
Se si vuole intraprendere un business e iniziare un’attività, l’unica strada da seguire è quella dell’apertura della partita iva.
La partita IVA è obbligatoria quando la nostra attività professionale o di impresa viene svolta in modo abituale e continuativa.
Non conta il volume dei compensi percepiti durante l’anno e nemmeno il numero di giorni in cui si è svolta l’attività lavorativa. Quello che conta è se la prestazione è stata abituale e continuativa, in questo caso vi è l’obbligo di operare con partita IVA.
Quello che sicuramente è falso, è l’obbligo di apertura di una partita iva solo al superamento dei 5000 euro di prestazioni occasionali. Infatti, i ricavi non sono mai un parametro di riferimento che da solo può stabilire se di deve o meno aprire partita IVA.
Il passo successivo è scegliere il contenitore giuridico dentro il quale operare per sviluppare la nostra idea imprenditoriale.
Quale partita iva aprire
Questo è il primo e vero scoglio da superare. Ed è il più determinante, visto che questa scelta molto probabilmente determinerà il successo o il fallimento della propria attività.
Quando si inizia un’attività economica molto spesso si sottovaluta l’importanza della tipologia giuridica che questa dovrà avere.
La soluzione migliore, quindi, è richiedere una consulenza da uno studio di commercialisti per trovare il contenitore giuridico che meglio potrà aiutarci a sviluppare il nostro business.
La scelta di solito ricade tra tre grandi tipologie:
- ditta individuale/libero professionista,
- società di persone
- società di capitali
Da un punto di vista teorico la società di capitali, in particolare, la SRL è il contenitore perfetto per poter sviluppare la propria attività in tutta sicurezza.
Tra l’altro è la società giusta per ottimizzare al massimo il carico fiscale e ridurre i rischi personali.
In ogni caso bisogna valutare caso per caso e decidere qual è la soluzione migliore per la propria attività. Anche perché il regime forfettario ha reso molto appetibile l’attività da libero professionista.
Alcuni consigli prima di aprire una partita iva
È importante ricordarsi che avviare un’impresa o un’attività di lavoro autonomo non è un passaggio da poco. Si tratta di una grande scommessa che facciamo con noi stessi, con il mercato e con i nostri finanziatori.
Un consiglio è quello che di non affrontare questa avventura da soli. Qualsiasi sia il tuo business è indispensabile crearsi attorno uno staff di lavoro.
Nessun uomo è un’isola e anche un libero professionista ha bisogno di collaborati e colleghi con i quali lavorare e crescere professionalmente e umanamente. Inoltre, per raggiungere il successo occorre:
- Flessibilità;
- Tecniche commerciali;
- Strategia di marketing;
- Competenze amministrative;
- Capacità relazionali.
- Ogni imprenditore deve capire quali sono le sue skill naturali e farsi affiancare da un team che abbia le competenze chiave per completare il proprio background.
Il rischio, in questi casi non può che essere quello dell’insuccesso. Per questo avere ben chiari i nostri obiettivi e la strada per raggiungerli fin dall’inizio della propria attività è un elemento indispensabile.