Quando si parla di risparmio amministrato si fa spesso confusione con il risparmio gestito, difatti sono molto simili ed è giustificabile l’errore generale ma in quest’articolo andremo ad affrontare in maniera dettagliata l’argomento per evitare di fare ulteriori confusioni in futuro.
Cos’è il risparmio gestito?
Il risparmio gestito innanzitutto è un tipo di investimento nel quale il risparmiatore decide di affidare a un’ulteriore figura che si occupa di farlo professionalmente, una quota del proprio capitale affinché egli esegua degli investimenti. Il gestore, ovvero l’affidatario, ha la possibilità di investire il capitale a lui ceduto in diversi strumenti finanziari anche in base alle condizioni poste sul contratto. Il risparmio gestito viene considerato un investimento collettivo, in quanto ad essere raccolte dal gestore sono più quote di capitale, che vengono messe in un fondo comune e se tale fondo ottiene un rendimento, tutti i risparmiatori che hanno partecipato ricevono una parte del rendimento in base a quanto hanno investito in principio. Ovviamente questo meccanismo funziona anche al contrario, ovvero se il fondo subisce una perdita, ognuno dei risparmiatori subirà la stessa perdita sempre in relazione alla propria quota di capitale. In tutto questo va anche considerato il costo dell’intermediazione perché chi si occupa di gestire il fondo riceve come ricompensa una remunerazione. Chi si occupa di gestire il fondo prende il nome di intermediario, e abbiamo diversi tipi di intermediari, tra i più famosi le banche, le società di gestione del risparmio, le assicurazioni e altri ancora. Bisogna ricordare che comunque sia il risparmio gestito è un investimento che presenta una componente di rischio poiché l’intermediario, se ha condotto con diligenza le proprie mansioni non ha alcuna responsabilità sulle perdite mentre come punto a favore c’è la possibilità di diversificare il portafoglio e quindi di diminuire il rischio medio.
Cos’è il risparmio amministrato e confronto con il risparmio gestito
Come abbiamo già detto risparmio amministrato e risparmio gestito vengono spesso confusi poiché come definizione sono molto simili, quello che cambia è il regime fiscale a cui sono sottoposti e i servizi offerti dagli intermediari a cui vengono affidati i fondi d’investimento. Nel caso del risparmio amministrato il risparmiatore concede il proprio risparmio all’intermediario senza però affidargli la gestione, infatti egli avrà solamente il compito di calcolare la base imponibile, le minusvalenze e le plusvalenze da sottoporre a tassazione, in più l’intermediario è anche tenuto a versare tali imposte all’Erario. In caso di minusvalenze vi è la possibilità di compensarle con le plusvalenze a patto che la compensazione avvenga nel medesimo periodo dell’imposta o entro i quattro periodi successivi. In pratica il regime del risparmio amministrato tratta il caso in cui l’investitore dia i propri risparmi in affidamento a un intermediario finanziario attraverso un contratto di custodia senza però affidargli la gestione degli investimenti che rimangono comunque ad opera del cliente. Tuttavia vengono svolti dall’intermediario tutti quegli adempimenti di natura fiscale, essendo tenuto a calcolare le imposte dovute al Fisco in base all’aliquota collegata a ogni operazione, garantendo all’investitore il pieno anonimato.