Ripartire dopo la crisi

di | Marzo 30, 2020

Ultimamente la crisi economica e finanziaria è una delle maggiori preoccupazioni a livello mondiale. Come ripartire è la domanda che gli economisti si stanno ponendo e alla quale non riescono a dare una risposta concreta e comunque di comune accordo tra le nazioni, anche se la consapevolezza che ripartire non sarà semplice unisce tutti.

Occorrono azioni incisive

La situazione celata nel mondo va affrontata in modo decisamente dettagliato, perché non farlo sarebbe quasi non valutare l’urgenza che questa situazione possiede. Mario Draghi ha sottolineato come occorrano azioni incisive e rapide per evitare che questa recessione si tramuti in una depressione che potrebbe prolungarsi nel tempo. Non si deve arrivare al punto del collasso, in cui molte aziende falliscono comportando conseguenze economiche e sociali permanenti.

Prima di tutto occorre studiare la crisi

Non risulta comunque semplice capire quanto durerà una crisi, bisogna valutarla accuratamente e inquadrarla nel contesto in cui si manifesta e nel momento rispetto al ciclo economico. Facendo un paragone, consideriamo che nel 2003 la SARS aggiunse una crisi economica a quella già sorta dopo quella della caduta delle Torri Gemelle. Bisogna considerare che stava già iniziando una ripresa nel momento della sua irruzione. Quindi ci trovavamo all’inizio della ripresa economica. Invece il COVID-19 si è manifestato e propagato in un momento già di per se difficile per l’economia globale, forse il periodo più lungo che la storia moderna ha potuto riscontrare

Come era la situazione prima del Covid-19

  • la Cina possedeva una crescita molto lenta
  • presenza di numerose crisi politiche e commerciali
  • valutazioni ai massimi storici del settore obbligazionario e azionario degli USA
  • liquidità del sistema bancario americano nettamente negativa
  • forte ed imponente debito economico a livello mondiale
  • banche impreparate a fronteggiare una crisi

Troppo ottimismo in Italia

L’agenzia S&P ha annunciato che il PIL italiano nel 2020 salirà dell’1%, cosa molto poco realistica se consideriamo che i mercati sono per lo più fermi, le esportazioni sono in chiusura e soprattutto che le regioni più colpite sono quelle che di fatto hanno una presenza di rilievo per il PIL nazionale.

Occorrono comportamenti innovativi

Proprio per tale situazione d’emergenza e mai verificatasi prima d’ora se non le secondo dopoguerra, occorre un piano ben studiato e con soluzioni innovative. I comportamenti tradizionali daranno gli effetti di sempre, invece deve esserci un cambio di rotta. La cosa fondamentale che tali provvedimenti dovranno essere accompagnati da una solidità politica mai avuta ultimamente. La leadership che consentirà di gestire questo forte innalzamento del debito pubblico dovrà essere credibile e ben costruita, supportata dalla Banca Centrale Europea. Le prime operazioni da mettere in atto sono ridefinire il ruolo dello stato, mettendo in atto riforme che ridiano slancio economico nel medio termine e consentire quindi la riduzione di alti livelli del debito creato.

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