Piano industriale Leonardo non premia in la borsa

di | Gennaio 30, 2018

Oggi era il giorno del piano industriale Leonardo ma la borsa non premia il titolo di Alessandro Profumo. Il titolo di Leonardo scende del 12,38% in sole due ore, dopo aver tenuto per tutta la mattina. Alle 14 e 30 il crollo verticale, da 11,23 euro a 9,89 euro per il gruppo, subito dopo la presentazione del piano industriale 2018-2022.

Un piano che evidentemente non è piaciuto ai mercati, dopo il reset di novembre, e sono iniziate subito le vendite sul titolo. Leonardo conferma le sue previsioni già avanzate nel 2017, con il debito che dovrebbe consolidarsi attorno ai 2,6 miliardi.

Il piano industriale in dettaglio

Il piano industriale, che doveva rilanciare il gruppo a livello internazionale, ha prodotto, per il momento, un risultato opposto in borsa. Profumo dunque non riesce a convincere gli investitori, che si aspettavano numeri diversi.

Il nuovo programma per i prossimi 4 anni era molto atteso per rilanciare Leonardo come gruppo leader del settore della difesa, ma i numeri sono in ridimensionamento.

Da parte dellla governance si parla di misure “intraprese per riportare Leonardo ad una crescita sostenibile”, ma le stime sugli ordini si fermano a 13 miliardi di euro, ma un Ebitda massima a 1.12 miliardi e un flusso di cassa operativo dopo gli investimenti a soli 100 milioni di euro.

La nuova linea targata profumo che doveva riportare Leonardo ai vertici nel post Moretti non piace, dopo che il gruppo ha dovuto confermare le previsioni non in crescita per il futuro. Già il 2017 era stato deludente, e i prossimi anni non saranno da leoni. Questo nonostante gli “incitamenti” del ministero della Difesa per un gruppo nazionale leader, che attualmente rappresenta lo 0,8% del Pil nazionale.

Leonardo non lascerà il consorzio MBDA, ma Leonardo soffre per la crisi del comparto elicotteri, su cui Moretti ha disinvestito a causa della crisi. Al gruppo non resta che sperare in nuove commesse, con la ripresa economica, ma la Agusta Westland è ancora ferma al palo, dove però è forte la concorrenza inglese.

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