Tema pensioni e flessibilità in uscita, un argomento di vasta importanza
Mentre Tito Boeri, attuale presidente dell’Inps, avanza delle critiche abbastanza importanti all’attuale idea su Ape (l’anticipo pensionistico che dovrebbe essere reso possibile con il cosiddetto prestito di tre anni richiesto a banche ed istituti di credito dagli aspiranti pensionati), ritorna su tema pensioni e flessibilità anche Giuliano Poletti, che più volte si è soffermato sull’argomento.
Ormai da diversi anni i vari esponenti delle forze politiche auspicano un miglioramento ed un cambiamento delle riforme sulle pensioni, per garantire a tutti coloro che vorrebbero andare in pensione di farlo senza troppi sbalzi dal punto di vista economico, ma anche senza che il pensionamento incida eccessivamente sulle casse dello Stato. L’attuale ministro del Lavoro e delle Politiche sociali ha più volte sottolineato l’importanza della flessibilità in uscita come argomento da inserire nella Legge di Stabilità, ed anche se le critiche e le polemiche in effetti non sono mancate, è possibile che questo inserimento avvenga al più presto.
Nonostante i costi che la flessibilità in uscita per i pensionati comporterebbero (si prevede 600-700 milioni di spesa), è importante garantire il rispetto di quella che è diventata a tutti gli effetti una priorità.
In una recente intervista, Poletti ha anche dichiarato che pensioni e flessibilità è un binomio possibile, compatibilmente con i contesti economici del paese: “Credo che strade diverse e migliori oggi, dato il contesto, non ce ne siano“, ha affermato Poletti.