La classificazioni di Rating sui titoli

di | Agosto 18, 2021

Il rating è un metodo usato per la valutazione dei titoli obbligazionari quali government bond o corporate bond, e aziende stesse. In particolare, la valutazione dei titoli obbligazionari è molto importante per valutare il rischio d’investimento sullo strumento finanziario stesso, ovvero la possibilità che il creditore vada in default e non ripaghi il debito con chi sottoscrive il bond. Le valutazioni sono condotte da agenzie esterne, che sono chiamate a dare un giudizio oggettivo sullo stato di salute del paese o dell’azienda che emette il bond. Le 3 agenzie di rating dominanti sono Standard&Poor’s, Moody’s e Fitch, che offrono gradi di giudizio utilizzando lettere o lettere accompagnate da numeri (Moody’s).

I bond di stato e corporate bonds: la valutazione.

Esistono due tipologie di bond in base a chi lo emette: i bond di stato, se il debitore è lo stato, e i bond aziendali, se il debitore è un’azienda. I primi sono spesso considerati, in base al che paese li emette, tra gli strumenti finanziari più sicuri, dal momento che uniscono liquidità a un rischio di default contenuto. I secondi, invece, offrono una minore liquidità, oltre che un rischio di default solitamente maggiore per il semplice fatto che in condizioni economiche non estremamente stressanti è più probabile il fallimento di un’azienda che quello di uno stato. Ciò nonostante sono considerati dai più un investimento sicuro. Il concetto di sicurezza però può essere ampliato a diversi aspetti, in primis al già citato rischio di default, ed è qui che entrano in gioco le agenzie di rating. Analizzando diversi fattori come lo stato di salute di chi emette il bond e i vari ratios finanziari sui quali è troppo dispersivo aprire un dibattito, le agenzie esprimono un giudizio che riflette secondo il punto di vista dell’agenzia il rischio di un possibile investimento su quel bond, ovvero il rischio che si ha di perdere il proprio capitale investito. Ma cosa comporta nella pratica un giudizio più scadente? Innanzitutto bisogna capire cosa accade quando c’è l’acquisto di un bond: per semplificare basta dire che un bond è a tutti gli effetti un prestito che chi emette il bond stesso richiede, in quanto la cifra pagata dall’investitore è la somma offerta in prestito, mentre la cifra che verrà restituita dal debitore è la cifra stessa più un interesse sul prestito richiesto. Esattamente, un interesse. Senza perdersi troppo sull’aspetto economico-finanziario dei tassi d’interesse, è chiaro ovviamente che i bond più sicuri offrano un interesse più basso, in quanto l’investitore è meno preoccupato dal rischio di perdere il proprio capitale e quindi richiederà al debitore un tasso più basso. Al contrario, per quel che riguarda i bond giudicati con una valutazione più scarsa e quindi meno sicuri, l’investitore richiederà un interesse maggiore, il cosiddetto “premium”, ovvero una percentuale di tasso in più rispetto a quella dei bond sicuri. Quindi ai paesi e alle aziende con un giudizio più scadente risulterà più costoso raccogliere capitale dagli investitori, inoltre gli investitori stessi potrebbero essere meno attratti da bond rischiosi, perché per quanto offrano tassi più alti essi potrebbero non essere abbastanza per compensare il rischio. In conclusione una valutazione più scarsa non renderebbe solo la raccolta di capitale più costosa, ma anche più difficile.

Il problema delle agenzie di rating: i conflitti d’interesse

Occorre far notare che per avere un rating una società o uno stato devono rivolgere una richiesta esplicita a una delle agenzie di rating ed il loro servizio è a pagamento. Ottenuto l’incarico, l’agenzia inizia l’analisi della società o dello stato. L’analista incaricato attinge da informazioni pubbliche, studia i fondamentali economici e finanziari e incontra i manager per raccogliere tutte le informazioni necessarie. Solo dopo questa analisi è possibile esprimere un voto sull’affidabilità creditizia della società che ha richiesto il rating. Il tipico conflitto di interesse si ha quando l’agenzia di rating fa anche attività di consulenza per l’azienda che sta valutando, in quanto l’azienda in cambio della partnership potrebbe richiedere all’agenzia un rating alto. Inoltre, il giudizio delle agenzie è un semplicemente soggettivo o come piace dire a loro “è soltanto un’opinione”, quindi in caso di giudizio non conforme al reale stato di salute dell’azienda l’agenzia è sollevata da ogni responsabilità. Per fare un esempio, nel 2008 all’esplosione della crisi, la Lehman Brothers qualche giorno prima di fallire era valutata AAA, il grado d’investimento più alto possibile. Ciò evidenzia l’imparzialità di giudizio che spesso emerge. Un altro esempio lampante sempre legato alla crisi economica mondiale è la valutazione che le agenzie davano ai CDO (Credit Debt Obligation), che erano derivati finanziari che raccoglievano in un unico strumento debiti di vario tipo di investitori diversi. I CDO, che in pratica erano titoli marci in quanto era già sotto gli occhi di tutti che i debitori non potevano ripagare i loro debiti, erano anch’essi giudicati con una tripla A. La ragione dietro tutto questo è che spesso le aziende richiedevano di dare giudizi fittizi mascherando il loro stato di salute e la reale natura degli strumenti che emettevano in modo da attrarre più investitori, alzare la domanda e quindi gonfiare il prezzo degli stessi. Dopo la crisi del 2008, gli accordi di Basilea già esistenti sono stati implementati con requisiti anche per le agenzie di rating, che ora non sono del tutto esonerate dalle responsabilità, in modo da rendere sempre più credibili ed imparziali i giudizi, così da evitare altri disastri del genere che manderebbero al collasso l’economia.

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