Che cosa si intende per dumping fiscale

di | Novembre 26, 2021

Si sente spesso parlare di Dumping fiscale e molto spesso lo si nomina in situazioni di difficoltà statali, proprio perché è la causa di perdita di miliardi di dollari. Il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Roberto Rustichelli, nella relazione stilata per definire la concorrenza fiscale tra i membri dell’Unione Europea, afferma che la concorrenza per la maggior parte dei casi risulta sleale e causa all’Italia delle pessime conseguenze. Le sue parole sono: “L’esperienza, unica nella storia del nostro continente, di un’unione monetaria accompagnata da una crescente integrazione dei mercati reali e finanziari è sempre più incrinata dall’assenza di
stringenti regole comuni fiscali e contributive.
Tale vuoto normativo rende possibile ad alcuni Stati membri di porre in essere pratiche di dumping fiscale e contributivo, che possono minare le fondamenta della stessa costruzione europea”.

Dumping Fiscale e perdita di miliardi di dollari

Dumping letteralmente significa scaricare, ma in economia viene utilizzato per definire una pratica sleale e scorretta in cui uno stato garantisce dei prezzi molto vantaggiosi nei mercati esteri se messi a confronto ai prezzi applicati nel mercato interno. Il Dumping si riscontra anche negli stipendi, dove quello che un lavoratore percepisce in base al regolamento del lavoro volto al mercato estero è nettamente superiore allo stipendio cui si avrebbe diritto secondo le regole del lavoro svolto all’interno del paese. Sono pratiche di concorrenza scorretta che si applicano in diversi settori ed in diversi ambiti ed in ognuno di essi assumono delle diverse caratteristiche. Il Dumping Fiscale quindi nasce proprio dall’incapacità di garantire un trattamento alla pari e applicare agevolazioni sleali. Questo va a creare una forte disparità tra gli stati, soprattutto quando si tratta di esportazioni. Roberto Rustichelli procede affermando: “Paesi come l’Irlanda, l’Olanda e il Lussemburgo sono veri e propri paradisi fiscali nell’area Euro, che attuano pratiche fiscali aggressive che danneggiano le economie degli altri Stati membri e che, anche grazie a queste pratiche, registrano elevatissimi tassi di crescita”.

Conseguenze del Dumping per l’Italia e per l’Europa

Le conseguenze per l’Italia sono pressoché pessime dato che si stima una perdita che va oltre i 5 miliardi di dollari ogni anno, spesso arriva anche agli 8 miliardi.
Rustichelli continua ad affermare: “Alcune ricerche stimano che, a causa della concorrenza fiscale sleale a livello europeo, il fisco italiano perde la possibilità di tassare oltre 23 miliardi di dollari di profitti: 11 miliardi di profitti vengono spostati in Lussemburgo, oltre 6 miliardi in Irlanda, 3,5 miliardi in Olanda e oltre 2 miliardi in Belgio”.
La commissione Europea ritiene che le pratiche fiscali sono aggressive, soprattutto quelle esercitate da Olanda e Irlanda, che hanno attuato un sistema di richiamo per le allodole in cui le grandi aziende sono attratte a spostare la loro sede proprio per andare in contro ad una più blanda tassazione fiscale. In questo modo il paese di origine delle imprese si vedrà deturpato di forti introiti e di imprese produttrici all’interno del proprio territorio. L’Olanda da sola raccoglie circa il 30% delle entrate totali, un ammontare che si aggira intorno ai 90 miliardi di euro. Molti paesi attraverso questa “tattica” di dumping fiscale stanno cercando di attrarre le imprese provenienti da altri paesi europei, soprattutto Francia e Italia.

La Globalizzazione vista come tradimento

Il danno che questa situazione crea all’Italia si aggira intorno ai 8 miliardi di euro. Anche un paese come il Lussemburgo sta avendo la meglio da questa situazione generando in questo modo il 4,5% del Pil, in confronto al 2% dell’Italia. L’Irlanda per quanto piccola sta battendo l’Italia arrivando al 2,7%. Proprio per questo si teme che l’Unione Europea e la Globalizzazione vengano viste come tradimento. La promessa che gli stati si erano fatti aderendo alla UE sta venendo meno ed ognuno fa ciò che è meglio per se stesso. Fondamentale è cercare di rimediare a queste lacune proponendo un sistema fiscale unico, con meno disparità e meno incongruenze.

Corona Virus e ricadute sul dumping fiscale

L’economia globale, interna ed eterna, privata o pubblica, con l’epidemia da Covid 19 ha rappresentato una forte sfida mettendo in difficoltà tutta l’economia come mai prima era successo. Va da se che anche tutte le aziende, di qualsiasi dimensione si siano trovate a fronteggiare numerose complicazioni arrestando le produzione e di conseguenza non ottenendo alcun tipo di entrata, o almeno non quante necessarie, per fronteggiare gli oneri, soprattutto nell’adempimento degli obblighi fiscali che risultava difficile, a tratti impossibile. Questa situazione non ha colpito solo le aziende Italiane, ma in egual modo tutte le imprese di ogni paese, una pandemia globale che ha innescato una reazione mai verificata nella storia economica. Proprio per questo l’Europa si dovrebbe adoperare ad essere realmente Unita e si trovino degli accordi chiari, facili da definire e rispettare. In questo modo si potrà evitare la rischiosa situazione di instabilità sanitaria ed economica e avere un’Europa che non si chiami Unione Europea ma che si comporti come Europa Unita.

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