Il 24 dicembre scorso dopo estenuanti trattative, durate diversi mesi, il Regno Unito e l’Unione Europea, sono riuscite a raggiungere un accordo atto a sancire le basi per una loro partnership, la quale andrà a regolamentare i futuri rapporti e relazioni a partire dal 1° gennaio 2021, data in cui il Regno unito ha definitivamente lasciato il mercato unico e l’unione doganale dell’UE, ponendo fine alla libera circolazione delle persone, dei beni, di tutti i servizi ed infine dei capitali nei confronti di tutti i paesi che fanno capo all’Unione Europea.
Grazie a questo accordo in extremis, si è riuscito ad evitare un’Hard Brexit, la quale poteva incidere negativamente ed in modo svantaggioso nei confronti di ambedue le parti in causa; tuttavia siamo appena agli inizi dell’accordo in quanto nelle prossime settimane dovranno essere definite ed approfondite in dettaglio tutte le norme e le regole che andranno a sancire i rapporti di vicinato tra i due blocchi, commenta l’analista di TeleTrade.
A tal riguardo, iniziamo la nostra analisi partendo dai punti principali che hanno sancito l’accordo.
Indice
Nessuna merce sarà soggetta a dazi.
L’accordo di libero scambio raggiunto, permette alle merci provenienti dall’Inghilterra di entrare all’interno dell’Unione europea senza pagamento di nessun dazio e vincoli quantitativi; lo stesso trattamento sarà riservato anche alle merci Europee che dovranno entrare in UK. La non applicabilità di nessun dazio, sarà molto vantaggioso in particolare per le merci particolarmente deperibili, come prodotti agricoli, ittici, carni e prodotti lattiero – caseari.
Trovato l’accordo sulle quote pesca.
Finalmente dopo estenuanti trattative, è stato trovato un accordo per la gestione di comune accordo di oltre 100 stock ittici condivisi nelle acque dell’Unione Europea e del Regno Unito. Tale accordo, prevede che per i prossimi 5 anni e mezzo i pescherecci europei potranno continuare a pescare nelle acque britanniche seppure la quantità del prodotto pescato sarà ridotta di anno in anno. Dopo questo primo periodo di 5 anni, le due parti in causa, ogni anno, dovranno accordarsi per gestire nel migliore dei modi la sostenibilità della pesca e delle risorse marine, preservando anche tutte le attività legate alla pesca ed in particolare il sostentamento dei pescatori.
Le norme della Corte di Giustizia Europea.
Con l’accordo sottoscritto, il Regno Unito potrà svincolarsi dalle norme stabilite dalla Corte di Giustizia Europea, ovviamente in caso di divergenze tra le parti in causa, soprattutto in materia di rapporti commerciali, le controversie potranno essere risolte mediante un meccanismo di “arbitrato”.
Cosa si rischia con l’accordo?
Nonostante l’accordo firmato dalle due parti in causa, evitando un Hard Brexit, il Regno Unito dovrà sostenere elevati costi; tale situazione potrebbe incidere negativamente sulla ripresa economica già quest’ultima ritardata dalle nuove misure e restrizioni che sono state annunciate a più riprese nelle ultime settimane a causa dell’acuirsi dei casi di contagi soprattutto a Londra. In particolare, l’accordo in atto prevede l’istituzione di alcune barriere al commercio tra i due paesi e dei vincoli per il settore dei servizi.
Da gennaio sarà molto difficile quantificare a priori l’impatto reale sul settore dei servizi. In particolare, per quanto riguarda gli scambi di servizi, sia l’Unione Europea che il Regno Unito, hanno trovato un accordo su un livello di apertura superiore rispetto a quello previsto dalle disposizioni dell’accordo generale del WTO, ricorda l’analista di TeleTrade. Ovviamente, bisogna tener presente che il Regno Unito non potrà più beneficiare della libertà di fornire servizi nei paesi europei. Per questo motivo, tutte le aziende fornitrici di servizi dovranno rispettare le norme di ogni stato membro, oppure trasferirsi nei vari paesi europei nel caso in cui vogliono operare come facevano già prima dell’accordo. Inoltre, non vi sarà più il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali.
Ultimo punto ma non meno importante degli altri, è la posizione detenuta dalla Scozia, sempre estranea alla Brexit, anzi sempre più lontana dalle posizioni tenute dal Governo di Westminster nei confronti dell’Europa. Infatti, subito dopo la firma dell’accordo, a più riprese il premier scozzese, Nicola Sturgeon, si è sempre espresso per un ritorno all’interno dell’Unione Europea; a tal riguardo il popolo scozzese non sta aspettando altro che le elezioni del rinnovo del Parlamento scozzese, che si terranno il prossimo maggio, per chiedere un secondo referendum sull’indipendenza da Londra.

Analista di TeleTrade Giancarlo Della Pietà
Esperienza nel trading: dal 2006
