Made in Italy: quali settori rappresentano ancora l’Italia nel mondo

di | Febbraio 9, 2023

L’abusata espressione Made in Italy, che dà al Bel Paese prestigio mondiale, non è soltanto un logo o un “business”. Infatti possiamo orgogliosamente dire che è prima di tutto uno stile di vita, una storia ed una cultura. Ma cosa identifica esattamente questo marchio? Perché ha reso il nostro piccolo stivale un esportatore formidabile in tutto il mondo? E quando si può dire che un prodotto è Made in Italy? Questa dicitura dovrebbe indicare la totale ed effettiva progettazione e produzione italiana dell’articolo che porta il suo nome però, sfortunatamente in molti casi non funziona così. In realtà infatti, molti prodotti possono portare il marchio Made in Italy anche quando sono realizzati quasi interamente all’estero. L’articolo 24 del codice doganale infatti recita che: un prodotto che è stato realizzato in due o più paesi è considerato comunque originario del paese in cui l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale ha avuto luogo. Possiamo quindi dire che oggi il requisito fondamentale che un prodotto commerciale deve avere per poter essere classificato Made in Italy è che sia stato progettato, ideato e disegnato in Italia anche se, industrialmente, alcuni processi produttivi possono essere localizzati altrove. Nonostante tutto, il Made in Italy si è affermato come eccellenza non solo all’interno dei propri confini, ma anche all’estero. Il motivo di tale prestigio è da attribuire principalmente al design e alla qualità dei materiali che sono le caratteristiche principali di questa manifattura e che sono anche il motivo che attrae gli acquirenti di tutto il mondo. Le mete di arrivo dei prodotti Made in Italy sono molteplici, ma i settori trainanti che si impongono nel panorama mondiale vengono riconosciuti nelle così dette quattro A: abbigliamento, alimentare, arredamento, automazione.

Le quattro A

In questa sezione andremo ad analizzare più approfonditamente e in modo chiaro le quattro macro-categorie di settori che sono il fiore all’occhiello del Made in Italy nel mondo. La prima che andiamo ad approfondire è quella dell’abbigliamento. L’abbigliamento italiano è caratterizzato dai piccoli e grandi nomi della moda, e ha portato Italia e Francia a contendersi il primato. Tra le città italiane Milano è certamente quella che più di altre basa gran parte della propria economia sulla produzione di vestiario, accessori e calzature, a questa seguono Firenze e Vicenza. Il mercato online ha contribuito molto ad ampliare il panorama di fruitori dell’abbigliamento italiano, tanto da portare questo settore ad occupare il 66% dell’export online. Il settore alimentare, invece, porta l’Italia a vantare un primato legato alla propria terra. Le coltivazioni e le produzioni agroalimentari italiane rendono i suoi prodotti molto ambiti in tutto il mondo. Tra i più esportati non ci sono solo vini, spumanti, olio e formaggi ma anche tutte le produzioni biologiche del territorio. L’export di questi prodotti ha avuto una crescita esponenziale nel 2021 e si prevede che continui a crescere anche nei prossimi anni. Il Sud è il principale dispensatore di questi prodotti, come registrato dalla Coldiretti dopo l’analisi dei dati Istat relativi alla produzione e all’esportazione delle singole Regioni, prime tra tutte il Molise, la Basilicata e la Campania. Oltre il 55% della produzione si è diretta verso l’Unione Europea, mentre il resto dei prodotti ha visto come meta privilegiata gli Stati Uniti. Il design dell’arredamento italiano risulta molto accattivante, infatti, il mobile rappresenta la principale merce esportata da Treviso, Alessandria e Arezzo, ma anche la Lombardia, globalmente, ha un’ampia fetta di questo mercato. L’emergenza sanitaria ha portato all’incremento delle vendite in questo settore probabilmente a causa del maggior tempo trascorso all’interno delle proprie case che ha reso fondamentale la creazione di un ambiente stimolante e confortevole. L’automazione è, invece, un settore di spicco della produzione italiana da pochi anni. Nonostante sia meno radicato nella tradizione del Paese rispetto alle altre tre A, questo non ha impedito all’automazione di avere una forte crescita che la ha condotta all’eccellenza. Non solo macchinari e impianti industriali, ma anche mezzi di trasporto ed elettrodomestici sono stati i prodotti in cui l’Italia ha cercato di imprimere la propria caratteristica raffinatezza, diversificando le industrie e inserendo questi prodotti nella propria produzione anche per rispondere alle singole esigenze di benessere dei propri cittadini. Le esportazioni portano questi prodotti non solo nel circuito europeo, ma raggiungono vette di acquirenti anche in Cina e Stati Uniti.

Il rischio del Made in Italy: la contraffazione

Sfortunatamente ovunque ci sia successo ci sarà sempre qualcuno che cerca di copiare ed infatti il prestigio del Made in Italy è proprio legato alla sua contraffazione. Più esplicitamente, per merce contraffatta si intende il prodotto non originale, su cui sia stati apposto senza autorizzazione un marchio commerciale identico ad uno validamente registrato. Dal punto di vista del produttore, le dinamiche entro cui avviene questa prassi illegale sono connesse alla maggior profittabilità degli articoli di brand. Il consumatore invece, compra questi articoli per identificarsi nei brand, spesso del lusso, senza però dover spendere cifre che magari non può permettersi. Questa malsana abitudine diffusasi esponenzialmente in tutto il mondo, genera una vera e propria piaga alle aziende italiane compromettendone l’immagine e la redditività. I settori più colpiti dalla contraffazione sono quelli della moda e quello alimentare. Fortunatamente però, in questi ultimi anni si sono fatti passi avanti nella tutela dei marchi e delle origini, ma ancora molto rimane da fare per eliminare questa piaga. Il danno della violazione dei diritti di proprietà intellettuale troppo spesso non viene percepito come un reato e questo limita le possibilità di combattere i truffatori.

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