Che cos’è un “great place to work”?

di | Ottobre 28, 2022

In un mondo in cui i talenti sono sempre più una “merce rara”, la capacità di attrarli e trattenerli diventa fondamentale per ogni azienda. Per questo motivo le certificazioni delle aziende sono sempre più importanti specialmente quelle legate alla qualità dell’ambiente lavorativo. Una di queste è Great Place to Work che è un riconoscimento definito “Employer-of-Choice”, ossia assegnato dagli stessi dipendenti dell’azienda.

Il Great Place to Work è una certificazione che mostra una classifica delle aziende con un clima di lavoro migliore e ovviamente più alto è il piazzamento dell’azienda maggiore sarà la possibilità di attirare i giovani talentuosi. C’è molta competizione per questa certificazione, infatti sono oltre 10000 le organizzazioni di tutte le dimensioni che fanno domanda per ottenerla. Il Grate Place to Work non è un semplice certificato ne un banale riconoscimento ma anzi, per molte aziende è l’equivalente di scattare una fotografia molto veritiera e istantanea dell’ambiente interno dell’azienda e di come i dipendenti si sentono coinvolti in essa. In aggiunta questa certificazione da anche informazioni su quali siano i rapporti fiduciari che intercorrono tra i dipendenti e l’organizzazione stessa.

Il Grat Place to Work rappresenta anche una sorta di benchmark ossia un termine di paragone rispetto ad altre aziende dimensionamene simili o magari concorrenti o magari concorrenti. In aggiunta, questa certificazione rappresenta anche una sorta di impegno formale dell’azienda non solo nel migliorare l’ambiente lavorativo ma anche nel far sentire gli impiegati parte attiva e fondamentale dell’azienda. A questo punto ci manca capire esattamente chi può candidarsi a diventare il Great Place to Work. Innanzi tutto bisogna ricordare che bisogna essere organizzazioni complete, ossia non è possibile candidare solamente dipartimenti dell’azienda o solo alcune divisioni. In secondo luogo bisogna soffermarsi sul numero minimo di dipendenti che bisogna avere che è 10. Chi ha meno di 10 dipendenti non potrà partecipare alla rincorsa di questa certificazione. Infine, bisogna ricordarsi di avere a disposizione un piccolo gruzzoletto in quanto la certificazione non è gratuita. Il costo varia a seconda delle dimensioni della azienda che intende candidarsi.

Qual è il processo per definire il Great Place to Work? E quali sono i parametri fondamentali?

Nella prima parte dell’articolo abbiamo accennato che il Great Place to Work è un riconoscimento che deriva sia dalle valutazioni dei dipendenti attraverso sia da un percorso di monitoraggio e analisi costruito secondo una metodologia precisa basata su tool come Trust Index Employer Survey e Culture Audit. Per quanto riguarda la valutazione dei dipendenti, ci sono 70 domande che, attraverso i KPI, misurano la credibilità delle risposte. Questo questionario per essere considerato in linea con gli standard dei Great Place to Work, richiede un numero minimo di partecipazione che dipende dal numero di impiegati che l’azienda ha.

Il Culture Audit invece, è un documento dove sono descritte le politiche HR dell’azienda in relazione a: Hiring, Celebrating, Sharing, Inspiring, Speaking, Listening, Training, Developing, Caring. Questo documento però deve essere compilato direttamente dal management dell’azienda. Una volta compilato, viene sottoposto ad un team di valutatori di Great Place to Work che, sulla base di alcuni parametri di assessment strutturata e consolidata a livello internazionale, valuta le risposte. Ma quali sono i parametri di riferimento? Originalità, inclusività e integrazione sono sicuramente i principali, ma ce ne sono molti altri. Infatti, viene tenuto in considerazione anche l’allineamento tra i valori dichiarati e i valori praticati e quanto questi valori influiscano sulle esperienze quotidiane dei dipendenti.

Perché le aziende voglio diventare Grat Place to work?

Per capire perché le aziende vogliono diventare un Grat Place to Work, bisogna avere ben in mente il processo che ci sta dietro e per farlo ho pensato di creare un piccolo riassunto. Il processo è composto essenzialmente da 4 fasi. La prima è quella della profilazione, ossia dove i dipendenti e il management rispondono ai sondaggi. Generalmente per questa fase ci vogliono 2 settimane. Nella seconda fase la commissione di Grat Place to Work analizza i questionari e li valuta con i parametri che già possiedono. In questo step, le aziende hanno la possibilità di confrontarsi con i banckmark per capire come sono rispetto alle rivali.

La terza e la quarta fase sono quelle della certificazione e delle classifiche. Le aziende che raggiungono i requisiti richiesti ottengono il riconoscimento ufficiale e saranno autorizzate fin da subito ad utilizzare il logo nelle loro comunicazioni. Da tutto questo processo nascono i vantaggi per le aziende. Mi spiego meglio. Dalla fase di analisi abbiamo detto che emergono sia i punti di forza che di debolezza delle organizzazioni, e successivamente possono compararsi con le altre aziende per migliorarsi.

Il guadagno infatti sta nella possibilità di mettere in evidenza ciò che non va all’interno dell’azienda e avere a portata di mano delle idee su come le altre aziende affrontano le stesse situazioni in modo più funzionale. In aggiunta, il risultato alto nella graduatoria di Grat Place to Work, come detto anche in precedenza, è la testimonianza di un ambiente lavorativo salutare che potrà aiutare ad attirare e mantenere i nuovi talenti.

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