Quando parliamo di paradiso fiscale indichiamo uno Stato in cui il prelievo fiscale esercitato sui soggetti che percepiscono reddito è molto basso se comparato a quello di altri stati. L’Italia non è assolutamente un paradiso fiscale ma questo lo sappiamo già, perché il prelievo fiscale esercitato è elevato e va ad incidere notevolmente sulla vita economica dei propri cittadini. I più ricchi del mondo se così li vogliamo definire, vanno proprio a cercare questi paradisi per proteggere i propri averi e per averli tassati il meno possibile. In questi posti le tasse da pagare sono poche o nulle quindi le banche, i grandi imprenditori ma anche i semplici privati puntano a spostare i propri capitali aprendo delle società chiamate offshore.
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Le caratteristiche principali di cui viene tenuto conto per individuare un paradiso fiscale sono principalmente 2: segretezza e accessibilità. Per segretezza si intende quanto è nascosta o protetta la divulgazione di informazioni a terzi e per accessibilità invece si intende la facilità di poter gestire il proprio patrimonio a livello burocratico e manuale.
La classifica dei paradisi fiscali nel mondo è stata stilata da Tax Justice Network che è impegnato e specializzato nella ricerca e nell’analisi delle varie regolamentazioni fiscali e finanziarie nell’intero globo. Questa ricerca ha portato alla stesura di una lista in cui sono presenti ben 20 nazioni interessanti dal punto di vista fiscale, e ne risulta che ne fanno parte sia piccolissime realtà che grandi potenze mondiali. Ma di cosa si è tenuto conto per classificare queste nazioni?
Non c’è una concentrazione nel mondo ma si possono trovare paradisi ovunque sparsi nei vari continenti. Ovviamente questi sono solamente i primi 20, ce ne sono molti altri ma di rilevanza più bassa. In Europa ne troviamo molti, altri in America e in Asia. Alcuni di questi paesi anche se non si trovano in Gran Bretagna, sono legati ad essa e dipendono dalla corona britannica.
Per chi abita il questi paesi magari vedersi classificati tra i primi 20 paradisi fiscali suon un po’ strano dato che non riscontrano tale agevolazione nel loro quotidiano. Sicuramente Stati Uniti e Canada non sono considerati tali dai cittadini autoctoni ma lo sono se parliamo di stranieri o non residenti dato che per loro è previsto un trattamento totalmente diverso. Inoltre questi paesi potrebbero essere visti come tali sia per quanto riguarda i privati che per quanto riguarda le società.
Infatti sono ben diversi i trattamenti destinati ai privati rispetto a quelli destinati alle aziende. Succede di solito che i privati per ricevere agevolazioni fiscali sono costretti ad aprire delle società in modo da poter godere delle agevolazioni cui godono direttamente le imprese.
Sicuramente parliamo di due realtà completamente diverse, infatti i paesi classificati come paradisi fiscali non corrispondono sicuramente ai paesi black list che apparentemente potrebbero sembrare la stessa cosa dato che questi ultimo sono semplicemente dei paesi in cui il regime fiscale è agevolato con percentuali di tassazione nulle o tendenti allo zero. La lista nera serve solo per riuscire ad applicare un’inversione di marcia, di riportare le ricchezze all’interno del proprio paese.
Sia per un privato che per un’azienda, avere consulenza per ricevere le agevolazioni in materia fiscale in paesi esteri è sempre un bene per non rischiare di incappare in errore o in illecito. Trasferire denaro all’estero dall’Italia per esempio comporta degli obblighi da parte dei soggetti che fiscalmente sono residenti in Italia. Aprire una società invece comporta l’applicazione di specifiche norme che riguardano l’esterovestizione societaria. Trasferire la residenza fiscale non è semplice, ed è un’operazione che richiede molta attenzione.
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