Cosa è e come funziona il guerrilla marketing ? In questo articolo proviamo a rispondere a questi due quesiti in modo specifico, fornendo alcuni esempi di guerrilla marketing che sono diventati famosi nella Storia recente e cerchiamo di capire quanto essi siano effettivamente efficaci in termini di brand awarness e di ricavi.
Quando è cominciato il Guerrilla Marketing?
Procediamo con ordine. Con marketing intendiamo tutto ciò che si occupa di vendere i propri prodotti al cliente trasmettendo a questi ultimi anche i valori aziendali. Per fare ciò si può predisporre una campagna pubblicitaria in vari modi: si pensi alle sponsorizzazioni, all’influencer marketing, all’acquisto di vari cartelloni pubblicitari, insomma chi più ne ha più ne metta. Negli ultimi anni sono state utilizzate tantissime e fantasiose strategie di marketing, che hanno portato benefici a corto e lungo termine alle aziende interessate. Ora, non è il fine di quest’ articolo spiegare ogni modo per promuovere dei prodotti, ma per capire bene cosa è il guerrilla marketing è importante mettere subito in chiaro che esistono due tipi di modalità (in generale) per fare marketing: quella convenzionale e quella non convenzionale. Con il guerrilla marketing si parla di marketing non convenzionale.
Le idee alla base del guerrilla marketing e alcuni esempi
L’idea alla base del guerrilla marketing come dice l’etimologia spagnola stessa della parola, è quella di “tendere un’imboscata” ai clienti, lanciando messaggi spiazzanti che hanno una funzione duplice: massimizzare cioè la visibilità della azienda e portare ricavi per essa.
Per dare un’idea di quanto vuole essere impattante il guerrilla marketing pensiamo in termini che abbiamo già fornito. Su una scala da 1 a 10 di metodi di marketing non convenzionali, il guerrilla marketing è molto vicino al 10, perché sfrutta lo stupore e il “cosidetto effetto sorpresa”.
Il primo a coniare questo termine fu Jay Conrad Levinson nel 1984, ispirato proprio dalla tattica di guerra che era utilizzata dai briganti per assaltare le carrozze dei nobili.
Il primo caso di Guerrilla marketing registrato fu quello di “The Blair Witch Project”. Si tratta di un film horror creepypasta che fece la Storia del cinema grazie anche ad una campagna pubblicitaria promozionale davvero originale. Il film tratta di una leggenda metropolitana che circolava nel Maryland, riguardante una fantomatica strega nella città di Blair. La strega era ritenuta l’omicida di alcuni ragazzi che erano spariti misteriosamente negli ultimi tempi. Per promuovere il film, i registi e tutto lo staff incaricato fecero costruire falsi siti web in cui venivano presentati vari rapporti di polizia riguardanti la strega di Blair e che iniziarono a circolare sulla bocca di tutti. Se ne parlò così tanto che poi le persone incuriosite andarono al cinema e il film incassò al botteghino più di 250.000.000 di dollari US.
Ora, questo è un film e può essere anche un bell’esempio di guerrilla marketing, ma perché un’azienda dovrebbe preoccuparsi di una strategia promozionale del genere? La risposta sta nel posizionamento di mercato: anche l’azienda leader in un settore vuole e vorrà sempre mantenere la sua posizione privilegiata all’interno di un mercato altamente concorrenziale.
Qui è incisivo l’esempio di Coca Cola: l’azienda leader delle bibite gassate propone costantemente nuovi metodi per affiliare i clienti e far apprezzare i propri prodotti. Sono stati piazzati negli anni distributori di fiori, panini, bibite per i clienti con il famoso slogan “Dove arriverà la felicità la prossima volta?”. Una delle ultime trovate è stata quella di mettere dentro ad un centro commerciale un cassone con della musica e ballare insieme a coca-cola con video e musica proiettati e in riproduzione. Ha funzionato e ciò ha portato ad un aumento delle vendite che ad un aumento dell’engagement dei propri clienti.
Il marketing oggigiorno sembra essersi omologato ai soliti classici metodi di SEO, link building, copywriting e sponsorizzazioni, ma il guerrilla marketing ci ricorda uno dei fondamentali e primari scopi del marketing: far parlare di sé! Sia anche per i famosi 15 minuti Warholiani, ma basta che se ne parli ; che si parli di noi e del nostro prodotto.
Considerazioni Finali
Il guerrilla marketing porta con sé anche alti rischi: se vuoi farlo hai un’occasione e una soltanto. Se non si calibrano bene tutti gli aspetti, rischiano di essere minati alla base i valori percepiti dal cliente della tua azienda e senza di essi c’è un alto rischio che ci siano ricavi inferiori per l’azienda nei prossimi anni. È un’arma a doppio taglio il guerrilla marketing, perché gioca sull’imprevisto, su ciò che il cliente non si aspetta per poi rendersi conto che ciò che vede può essere la soluzione ad uno dei suoi problemi quotidiani o immediati. Negli anni sono diventati famose le campagne guerrilla marketing di Mc Donalds, KitKat e Generali. Quest’ultima, agenzia di assicurazioni, ha fatto persino spuntare dal nulla un sottomarino nel centro di Milano, mandando un chiaro messaggio: “Non sai mai cosa potrebbe accadere, meglio essere assicurato”.