Prima della crisi finanziaria del 2008, una tecnica di trading – soprattutto forex – altamente speculativa e non del tutto limpida era il carry trade. Oggi, dopo i danni delle bolle speculative, il carry trade rimane una tecnica molto valida per guadagnare con il trading se svolto con oculatezza e correttezza. In cosa consiste il carry trade? In sintesi, si tratta di una forma di indebitamento in strumenti o valute a basso tasso di interesse con l’obiettivo di investire in valute e/o strumenti ad alto tasso di interesse ottenendo guadagni dallo spread tra i tassi di interesse. In questo tipo di strategia sono molto importanti gli indicatori di mercato, tra cui i più affidabili restano le Bande di Bollinger.

Come funziona il carry trade?

La prima fase del carry trade consiste nell’individuare una valuta che presenta tassi di interesse minimi o prossimi allo zero (per molti anni la valuta ideale è stata lo yen giapponese). Dopo aver individuato la moneta, se ne prende in prestito una certa quantità e il costo sarà molto basso. Con la moneta “debole” si va ad investire in un’altra valuta il cui tasso di interesse deve essere il più alto possibile. A questo punto si effettua il cambio tra le due valute e si punta sull’acquisto di strumenti il cui rendimento sia interessante e siano negoziabili con la seconda valuta (quella con il tasso di interesse alto). Gli strumenti sui quali investire solitamente e con rendimenti sicuri sono i titoli di Stato. Il rendimento sarà dato dalla differenza dei tassi di interesse delle due valute scelte, vale a dire dal costo della prima rispetto al rendimento della seconda, al netto del rischio legato al tasso di cambio. Infatti, alcuni accorgimenti nella scelta delle valute sono:

  • Scegliere le valute non solo in base al valore assoluto dei tassi, ma al trend di variazione applicati dalle banche centrali delle rispettive valute;
  • Considerare la politica monetaria in corso;
  • Applicare una leva per massimizzare i guadagni.

Per questo l’utilizzo di indicatori di mercato come le bande di Bollinger possono essere di grande aiuto nell’analisi del mercato.

Il rischio più alto del carry trade è rappresentato dall’andamento del tasso di cambio che varia nel tempo e può avere un peso maggiore rispetto allo spread dei tassi di interesse. Un apprezzamento o un deprezzamento del tasso di cambio durante il periodo di investimento può comportare una perdita o un guadagno sulla base della valuta che si è posseduta.

Sebbene il carry trade sia un investimento remunerativo, tuttavia come tutte le manovre finanziarie ad alto rischio può comportare anche sonore perdite: quando la bolla speculativa esplode, tutti i soggetti coinvolti vengono spazzati via dal mercato. Per cui, anche in questo caso è opportuno imporsi dei limiti, applicare gli stop loss per ridurre le perdite sapendo di ridurre anche i possibili profitti, ma non si perde l’intero capitale investito.

Luca Bernardini

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