Quando si fa riferimento al delicato tema delle pensioni, molto spesso si parla di lavoratori precoci, specialmente in occasione di argomenti come l’Ape sociale e la pensione anticipata. Ma chi sono i lavoratori precoci e perché questa categoria di lavoratori dipendenti può suscitare così tanto interesse nel sistema pensionistico italiano?
Il lavoratore si dice precoce quando ha maturato i seguenti requisiti: ovvero, quando sia in possesso di almeno 12 mesi di contributi che siano stati accreditati prima del compimento del 19° anno di età. In sostanza, un lavoratore è precoce se ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni e pertanto può dirsi “in netto anticipo” dal punto di vista lavorativo e professionale, ma anche sotto il profilo pensionistico, rispetto a molti altri lavoratori.
Il pensionamento, nel caso del lavoratore precoce, avviene pertanto con 41 anni di contributi: in questo caso, non vi è alcuna penalizzazione sull’importo della pensione che non viene pertanto ridotto; nel caso in cui gli anni di contributi fossero invece 42 e 10 mesi (per gli uomini), è prevista la penalizzazione sull’importo. Questo tipo di pensione viene chiamata quota 41 e non è possibile utilizzare, accanto ad essa, attività lavorative subordinate oppure autonome.
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