Finanza

Criptovalute: crollo del mercato ma ripresa in vista

Gennaio è certamente un mese travagliato per le criptovalute, tra notizie di divieto e hackeraggi con indagini della polizia. Una flessione prevista da molti, ma che oggi ha visto momenti di panico, con perdite secche dal 20 al 30%.

I motivi del crollo

Il crollo era nell’aria da giorni, quando le candele e i vari grafici indicavano debolezza. Questa mattina è arrivata la rottura di tutte le resistenza, con Ripple che ha avuto la peggio con un -30% secco, recuperato parzialmente in mattinata. La criptomoneta interbancaria è arrivata fino a 0,65 dollari, per poi risalire.

Ma il crollo è generale, con il Bitcoin che ha definitivamente rotto la resistenza dei 10.000 dollari durante la notte. Anche Ethereum segna flessioni del 20% e rompe la resistenza dei 1.000 dollari. Ma nonostante il massiccio sell-off, gli analisti restano ottimisti per il futuro. La massiccia vendita di oggi era in qualche modo stata messa in preventivo dai trader, a causa delle indagini in cui sono state coinvolte le piattaforme di exchange Bitfinex e Tether, e quella sull’hackeraggio sulla piattaforma Coincheck in Giappone.

Se per le prime due si tratta di sospetti speculativi, con interventi inflazionistici, per la terza il problema della sicurezza ha messo in allarme molti investitori. Il Giappone è infatti oggi il paese delle criptovalute, e la notizia non ha certo favorito gli scambi.

Le autorità nipponiche avrebbero chiesto informazioni concrete sul risk management delle varie piattaforme, proprio a causa dei recenti hackeraggi.
Ma se oggi il mercato delle criptovalute è in crisi, diverso sarà il futuro, anche alla luce di queste indagini. Come già accaduto per il divieto cinese alle ICO, le massicce vendite per le preoccupazioni degli investitori, saranno seguite dagli acquisti. Nessuno vuole rinunciare a questo mercato, ma sembra oramai inevitabile la necessità di una regolamentazione più stringente.

Il successo delle cripto sta infatti portando anche a progetti poco seri, e spesso truffaldini. Non è certo questo il caso di Ripple, che oggi paga più degli altri. Siamo di fronte ad una cripto voluta dalle banche, per i loro pagamenti.

Luca Bernardini

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