Ancora numerose le difficoltà in termini di accordi tra i sindacati del settore metalmeccanico e gli esponenti imprenditoria dello stesso.
Ieri mattina si è risolto in un muro contro muro il dibattito avvenuto presso Confindustria, che si è concluso con la mancanza del rinnovo contrattuale per un milione e 600.000 lavoratori e quindi con la proclamazione di nuovi scioperi in tutt aiTalia, affinché i lavoratori non vedano riconosciuti i loro diritti nel rinnovo del Ccnl.
I sindacati di Fiom Uil e Fim premono affinché nel nuovo contratto del settore metalmeccanico venga garantito il giusto potere d’acquisto al salario dei lavoratori, venga migliorata l’organizzazione del lavoro e siano introdotti nuovi diritti di formazione e welfare, tutelando l’occupazione e facendo ripartire gli investimenti, apportando un vero e prorpio rinnovamento nel settore industriale più importante dell’economia italiana.
Dalla loro parte i metalmeccanici, come afferma il Dg di Federmeccanica Franchi, hanno bisogno di tempo per risollevare prima di tutto le aziende provenienti da una crisi senza precedenti. Bisogna prima produrre la ricchezza e poi ridistribuirla. Le aziende già in affanno non potrebbero permettersi un aumento salariale, rischiando il baratro. Gli imprenditori sono disposti al dialogo, ma non è lo sciopero la via giusta per risolvere il problema.
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