In base alle ultime rilevazioni effettuate dall’Istat, si nota l’effetto negativo che la deflazione, unita ad un calo del commercio e dell’industria sugli stipendi percepiti dai lavoratori.
Ad Aprile si è registrato il minimo storico del dato riguardante la crescita della retribuzione oraria contrattuale, che ha registrato un calore dello 0,6% di incremento, mentre il minimo storico fino ad ora era quello rilevato nel mese di gennaio pari allo 0,7%.
In effetti l’incremento dello 0,8% delle retribuzioni registrato nel settore privato è affiancato da un incremento pari a zero per il settore pubblico, i cui lavoratori restano in attesa del rinnovo contrattuale al momento bloccato.
Nello specifico, per quanto riguarda il settore privato i maggiori aumenti si registrano in tutto il settore tessile, compreso quello della lavorazione di pelli e dell’abbigliamento, nel settore dell’energia elettrica e del gas, mentre non si registra alcun incremento, al pari del settore pubblico anche nel settore metalmeccanico e delle telecomunicazioni.
Si è verificato un blocco per quanto riguarda il rinnovo dei contratti in tutto il mercato del lavoro: bel il 64,1% dei lavoratori è in attesa di rinnovo contrattuale, di cui il 53,6% è impiegato nel settore privato, con tempi di attesa che vanno da circa 17 mesi per i lavoratori pubblici a circa 38 mesi per i lavoratori del settore privato; in definitiva più di 8 milioni di lavoratori sono stanno aspettando un rinnovo contrattuale.
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