Il prelievo delle pensioni d’oro è stato un argomento molto dibattuto negli ultimi anni, a partire dall’idea del governo Letta di prelevare parte delle pensioni più ricche come misura di solidarietà per i più deboli, argomento che ha fatto molto parlare per la sua possibile natura tributaria che, in realtà, di tributario aveva ben poco.
Ed è proprio in questi termini che si è espressa la Consulta, determinando un diritto ed un potere del legislatore quello di effettuare tagli e modifiche alle pensioni senza la violazione degli articoli 81 e 97 della Costituzione.
Nonostante sia stata chiesta più volte l’incostituzionalità di quello che invece è a pieno titolo un potere del legislatore, la Consulta si esprime sul contributo di solidarietà che ha riguardato le cosiddette pensioni d’oro, ovvero quelle pensioni che superano i 91mila euro.
Di fronte a tredici giudici, si è a lungo discusso del tema pensioni ed in particolare dei prelievi governativi messi in atto per rendere più equilibrato il sistema pensionistico: e nonostante i tentativi di far notare violazioni di uguaglianza e tutela dei lavoratori, non si è dato ragione a chi ha fatto ricorso e per questo motivo il prelievo forzoso delle pensioni ricche è considerato un intervento tecnico ed economico importante, che nulla ha tuttavia a che vedere con una possibile manovra tributaria.
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