Investimenti

Gli investimenti degli italiani: contanti e depositi

Qualcosa di bizzarro sta accadendo in Italia: abbiamo un Governo sempre attivo nella ricerca di soluzioni per la tracciabilità dei pagamenti, per evitare l’utilizzo di contante, per facilitare ed eclusivizzare la moneta elettronica e abbiamo, nell’altra faccia della medaglia, una popolazione propensa al denaro liquido e ai risparmi in conti di deposito.

Risparmi come forma di sicurezza

Le famigli italiane, prediligerebbero la forma liquida del contante per avere un maggiore controllo sulle disponibilità e per essere sempre esattamente a conoscenza delle proprie possibilità. Questo creerebbe intorno ai risarmiatori una culla confortevole per tirare dei respiri di sollievo. Cosa che al contrario non farebbero gli investimenti finanziari. Quest’ultimi, come titoli di satto, azioni o obbligazioni, creerebbero una situazione di insicurezza dato che non si ha disponibilità materiale che quindi rende difficile disegnare la propria situazione. Inoltre, forse per abitudine, o forse perchè l’Italia è un paese per lo più anziano, il risparmio resta la prima selta di investimento rendendo più semplice la contabilità mentale.

Gli italiani tornano a comportarsi come le formiche

La crisi non è stata affatto semplice e sembra che ancora i suoi effetti echeggiano soprattutto nel ceto medio; ma forse è solo apparenza. Quello che è successo ha creato un po’ di paura tra gli italiani, che quindi hanno puntato a crearsi una sicurezza alla quale attingere per qualsiasi eventuale periodo no che può ricapitare. Proprio per questo si è tornato a puntare al risparmio, dove piano piano ogni italiano si crea il suo gruzzoletto sicuro, proprio come fanno le formiche. In effetti, se guardiamo le percentuali di famiglie appartenenti al ceto medio, possiamo dire che per la prima volta ne troviamo così tante. La crisi ha reso l’itaiano medio più prudente e cauto, non investe in situazioni finanziarie di dubbia risciuta, punta al deposito e a crearsi una sicurezza intorno, per se e per la propria famiglia.

La prima educazione finanziaria avviene in famiglia

È tra le mura domestiche che si impara a gestire il denaro. E proprio queste mura sono la prima aspirazione di ogni italiano. Le usanze finanziarie si tramandano come si tramanda una qualsiasi altra abitudine familiare. Chi è abituato ad acquistare titoli di stato, educherà i suoi figli a farlo, e così accade per chi è abituato a risparmiare. La paghetta dei bambini, è un primo segnale di come si comporterà da grande. C’è chi accantona per tirare fuori nel momento del bisogno, c’è chi usa subito tutte le sue possibilità per acquistare e ancora chi pensa a come far fruttare il proprio gruzzoletto.

Gloria Ferraldeschi

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